venerdì 31 gennaio 2020

Gatto

Nel secondo anno dopo il primo gli strumenti di tutti i laboratori iniziarono a registrare una turbolenta voglia di gatto. Ovunque si sentiva il bisogno di gatto, persino nelle comunita' di attivisti anti-felini. 
Un noto ricercatore del Dipartimento di Salute Portatile del Sultano Ismaia fu trovato morto in circostanze inspiegabili. Le autorita' attribuirono il decesso ad un raro caso di voglia di gatto incontrollabile. 
Don Worry, non potendo restare a osservare la popolazione di Megalopoli soffrire in maniera cosi' disperata, decise di prendere in mano la situazione, e servendosi dell'aiuto del geniale Esulo, si adopero' per il bene collettivo. 
Esulo era notoriamente immune dalla voglia di gatto, tutti sapevano quanto a lui non piacessero i felini domestici, era anche stato scritto un libro a riguardo, "Manuale di viaggio per viaggiatori senza gatto", ispirato alla vita del figlio del Sultano Ismaia. 
Don Worry aveva un piano d'azione, voleva screditare il gatto come essere vivente per farlo apparire meno importante e placare la psicosi collettiva che albergava in citta'. Assicuro' i fedeli della Chiesa Neurale che a nessun gatto sarebbe stato arrecato alcun danno, ma invito' tutti a mantenere la mente aperta e le luci accese anche di giorno.
Esulo aveva preparato una serie di esperimenti, da svolgere in pubblico, per aiutare Don Worry a mettere in atto il piano. 
Il primo esperimento fissato in concomitanza con il Festival di Viale del Riposaio, consisteva nel dimostrare quanto poco idoneo il gatto fosse per coloro che amavano i punti di flesso. Il gatto non serve quando occorre fare considerazoni sulle derivate seconde di una funzione. Il gatto non verifica il cambio di segno di una derivata. 
Don Worry era sempre il benvenuto ad ogni tipo di manifestazione, e riusciva sempre a vendere qualche libro sulla Chiesa Neurale o qualche meneghello ad orologeria con l'immagine del Grande Tiglio Argenteo, non fu difficile organizzare una piccola dimostrazione durante il Festival. 
Venne preparato un palco con due scrivanie, e vennero invitati due appassionati di derivate seconde a sedere su due comode sedie concesse dal Mobilifico Gremaudio, noto per fornire mobili biodegradabili. 
Ad uno dei due matematici venne data una gabbietta con un gatto. L'esperimento consisteva nel fornire una serie di funzioni matematiche e lasciare che i due risolvessero indipendentemente tutte le derivate possibili. Dopo alcune ore di esperimento venne pubblicata la prima statistica e senza sorprese Don Worry noto' che i due matematici impiegavano mediamente lo stesso tempo nel risolvere i problemi, dimostrando anche l'inutilita' di avere un gatto. 

martedì 10 febbraio 2015

Frac

La sveglia cardiovascolare decise che quello era il momento migliore per svegliare Loredante. Il buio della nebbia nella camera da letto venne bruscamente interrotto dal fascio di positroni proveniente dal dispenser da parete e tutto si fece blu, di un blu incredibile.
Lasciata l'onirica attivita' mattutina Loredante senza indugio accese il terminale a comando vocale e con domotica lentezza uno schermo pieghevole si sistemo' senza pieghe sulla parete dove il cuoco aveva deciso di dirigere lo sguardo. Non fece subito caso al messaggio di avviso con priorita' livello  "+++", la cui legenda spiegava "+++ = Guerra termonucleare imminente". Solo dopo alcuni minuti passati a calcolare il raggio di curvatura della scatola dei fiocchi di avena Loredante realizzo' che qualcosa di molto urgente era stato comunicato alla sua casella personale. 
"Mastro Loredante, il Turco e' arrivato" Subito gli occhi del giovane cuoco si illuminarono di astuta intuitiva genialita'. "Ecco l'occasione di presentare Gualtiero Mark-2" penso' bramante di riscatto, dopo i recenti accadimenti in televisione. 
Tutti conoscevano la straordinaria creativita' del robot Gualtiero Mark-1, ne lusingavano le capacita' socio culinarie e gli abbinamenti di cibo e canti popolari registrati. Mark-2 avrebbe ottenuto sconfinato consenso e generato miliardi di crediti per Loredante, se solo il Turco avesse espresso giudizio positivo per il droide, nulla avrebbe fermato il business.
Loredante doveva studiare bene la situazione, capire cosa lo staff del Turco avrebbe desiderato mangiare e sopratutto con cosa deliziare il Turco in persona. Annullo' tutti gli impegni con il "paccatore" installato nel terminale portatile, si rimbocco le maniche del frac e avvio' la sequenza di comandi che avrebbero accesso il prototipo di Gualtiero Mark-2 in modalita' non piu' di test ma di ufficiale lavoro in cucina, era giunto il momento di mettere alla prova quel gioiello.

Tanti conoscevano il Turco, ma pochi avevano una precisa idea di cosa comportasse un suo arrivo non annunciato. Loredante prese il rotolo geodetico degli appunti segreti, inseri' la combinazione e sciogliendo il prezioso pacchetto si ritrovo' in mano un sottile banco di memoria. Nel silenzio della sua enorme casa il suono del lettore di memoria che ingoiava il supporto portatile dalla mano rimbombo' come neve al sole. Il terminale da parete si illumino' di bianco e il prezioso codice di programmazione di Gualtiero Mark-2 fu visibile.
"Devo iniziare con qualche esperiemento generico" disse Loredante conversando con nessuno. Il test inizio' con il programma "Primo piatto semplice ma buono", il corpo del robot velocemente si scaldo' e fu quasi subito pronto a sfornare una nuova pietanza. Loredante tese la mano per prendere il piatto caldo in uscita, "Spaghetti cioccolato cheddar e pasta d'acciughe". La creativita' del robot era indubbiamente superiore al predecessore ma prima di presentarsi al cospetto del Turco c'era ancora molto lavoro da fare.

Movimentare un terreno fisso era cosa estremamente in voga ad Adventure City, tuttavia non fu quello a interessare il Turco, non fu quello il motivo del suo arrivo. Il Turco arrivo' con tutto il suo seguito, gli aironi imperatore, la fringuellatrice di corte e come sempre fu accompagnato dalla Fata Concetto, creatura magica e unica nel suo genere. L'inverno su Adventure City era giunto prima, le foglie erano tornate e nessuno mai avrebbe potuto immaginare quanto diversa questa visita del Turco fosse rispetto a quelle precedenti. Fu tutto blu, incredibile. 

mercoledì 4 febbraio 2015

Poisson

Secondo la teoria delle probabilita' un processo Markoviano si puo' osservare quando l'evoluzione di stato di un sistema discreto dipende solo dallo stato precedente e non dall'evoluzione stessa che ha portato quel sistema verso tale stato. Questo approccio statistico non potrebbe essere applicato a quello che successe quel giorno. Certe cose accadono perche' devono accadere, altre accadono perche' il Sultano Ismaia decide che sono cose necessarie nel loro accadimento, ma nemmeno il miglior indovino portatile del giovane Esulo, o il cervello evoluto di Norvegio della Francesca avrebbero potuto prevedere l'arrivo del Turco. Il Turco arrivo' quando nessuno ad Adventure city poteva aspettarsi un tale evento di Poisson.

Dalla finestra della casa in collina Cesare Pavese Secondo contemplava la luna e i falo', ermetico nella sua tuta da spesaio. Di solito non riceveva richiesta di spesa a quell'ora della notte, ma il messaggio sullo schermo LCD infisso alla porta era chiaro:
"Richiesta spesa per 250 persone, generi di ristorazione e vettovaglie per l'arrivo del Turco".
Cesare degluti' nervosamente "Ma allora e' arrivato davvero" penso' tra se' e un altro se' portatile.
Corse subito verso il furgone a cinque ruote da spesaio e in pochi secondi si ritrovo' a tutta velocita' a percorrere Viale del Riposaio verso il grande Supermercato.

Don Worry stava lucidando una baionetta presa dalla sua collezione privata di armi prebelliche, passava con cura il prodotto nutriente per il legno sul manico di frassino cupo avvolto dal dolce profumo della cera d'api di montagna. Le campane della Chiesa Neurale iniziarono a vibrare in modo libero non smorzato emettendo onde sonore troppo diverse dalle solite. Doveva essere successo qualcosa. Lasciando la baionetta nell'armadio di sicurezza si precipito' come un velivolo in avaria verso l'ingresso laterale della Chiesa Neurale, adiacente alla propria abitazione. Alcuni fedeli erano gia' alla porta allarmati dal suono vibrazionale armonico di quelle campane risonanti. "Don Worry, il Turco sta arrivando" dissero i fedeli all'unisono al di la del portone di rododendro pressato della Chiesa. 

Ellenio da qualche mese vagava nei dintorni del Grande Tiglio Argenteo in cerca di prove e souvenirs, quando senza preavviso o comunicazione preliminare senti' il suono di richiamo di tutti i membri dell'Agenzia, quel suono che solo se fai parte dell'agenzia impari a conoscere. 
"Codice 5674-green to red - Turco in arrivo" Preoccupato per il chiaro stato di allerta Ellenio penso' subito di chiamare sua madre, la signora Rosa. 
"Mamma sei a casa" balbetto' il ragazzo verso il dispositivo di comunicazione verbale a distanza. 
"Ciao caro, sto scheggiandomi le dita con dei bastoncini di legni vari trovati per terra, hai bisogno?" disse dolcemente la signora Rosa con tono materno e rassicurante, dopo aver avvertito chiaramente la tensione nelle parole del suo pargolo. 
"Mamma il Turco sta arrivando" Urlo' Ellenio infastidito da tale tranquillita' non condivisa.
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giovedì 29 gennaio 2015

Lex

In base all'articolo 2 comma 1 della Seconda Costituzione provvisoria di Adventure City le persone: 1) non possono essere in alcun modo fritte nell'olio senza il loro consenso; 2) non posso essere sciolte; 3) non possono essere vittima di esperimenti con l'etanolo.... 45672) non possono essere portate a temperature prossime a quella di Curie.....948234) non possono essere deportate o rapite mediante macchine capaci di viaggiare nel sottosuolo... "Ecco ci siamo" esclamo' l'avvocato sommerso di libri polverosi e ragnatele legali. Aveva passato diversi giorni nell'archivio legale di Adventure City per capire se cio' che Galileo GaliLED aveva fatto in diretta televisiva potesse costituire reato. Il Sultano Ismaia in persona gli aveva affidato quel compito della massima importanza, ora non restava che scrivere un comunicato ufficiale per comunicare ufficialmente la conferma del reato. Adventure City era un luogo famoso per la lenta burocrazia, nonostante la tecnologia fosse comune e alla portata di tutti, ci volevano anni per qualsiasi documento o azione che comprendesse qualcosa di attuabile. Eppure quel comunicato fu subito comunicato. Il Sultano Ismaia, devoto ammiratore del grande Gordon Zola e amico intimo di Loredante aveva preso la cosa molto seriamente e aveva deciso di affidare all'Agenzia l'ardua impresa di salvare il cuoco dal malvagio pirata ecologico. 
Venne preparato un palco nella piazza principale di Adventure City e la massima potenza multimediale fu predisposta per dare piu visibilita' possibile al sacro messaggio. Lo scaltro Sultano per non insospettire le persone sospette aveva indossato il suo costume da Megalopo e aveva fatto cambiare tutte le scritte "Adventure City" con "Megalopoli", si era anche fatto sostituire il titolo di Sultano con quello di Re, secondo una sua straegia ai limiti della scienza. Quella fredda mattina di agosto quasi luglio, Don Worry sedeva alla destra di "Megalopo" e appena di fianco a Loredante.
"Amici, sudditi, cittadini e passanti" furono le quattro parole, tecnicamente cinque piu' due sengni di punteggiatura, che il vibrante altoparlante ceramico urlo' nella piazza. Un'applauso cosi fragoroso non si era mai sentito, alcuni cittadini si ruppero i polsi per la veemenza del sincero gesto di apprezzamento. "l'Avvocato ha stabilito che quello di cui ci siamo visti fare di fronte, reato". Quella pausa fu interminable, nessuno applaudi' piu', il sultano non capi' perche il suo discorso non aveva suscitato applausi e le persone con i polsi rotti erano gia' in contatto con i propri avvocati per stabilire se fosse reato indurre qualcuno alla rottura dei polsi senza sostenere un discorso degno del gesto. Don Worry si senti' in dovere di intervenire, prese in mano il microfono dalla sacra mano del Sultano Reale confuso e disse: "Amici, noi vi promettiamo che giustizia sara' fatta e LED verra' catturato". Le parole del prete furono cio' che salvo' la giornata a tutti, il Sultano si tolse il costume da Megalopo e ordino' di essere di nuovo considerato Sultano, Adventure City torno' tale, si alzarono al cielo tutti i meneghelli ad orologeria disponibili e un unica volonta' di giustizia avvolse i cuori della gente.
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mercoledì 26 novembre 2014

Fiat Lux

Una dopo l'altra le gocce di condensa si rincorrevano lungo il vetro inclinato di quella piccola finestra. Loredante era assorto a guardare verso l'altro e seguiva con attenzione il lento percorso delle gocce in discesa verso la fonte di gravita'. La stanza umida e maleodorante non invitava certo a restare, ma Loredante aveva bisogno di passare qualche minuto da solo a meditare sull'accaduto. Si sentivano le sirene delle forze dell'ordine avvicinarsi con allarmante tempismo. Le urla della folla in lontananza erano prova del fatto che quel gesto aveva gettato Adventure City nel dramma. Loredante apri' la porta del bagno trattenendosi per un poco di fronte alla lucida matrice di cristalli riflettenti, sistemo' la propria cosmetica fino a definirsi pronto per uscire e trattenendo il fiato lascio' il rifugio sicuro per misurarsi nuovamente con il monto esterno. Solo poche settimane erano trascorse dopo l'ormai storica esplosione nei pressi della Chiesa Neurale, le persone si erano sciolte e non c'era più lana merinos, ma un nuovo grave evento nulla può contro un nuovo grande evento.
Passo dopo passo Loredante torno' verso lo studio dove la trasmissione era cosi bruscamente stata interrotta poco fa. I sopravvissuti erano già scappati, i morti no. Senza scomporsi si chino' a raccogliere una piuma di Aquilontra, e tenendo saldamente in mano la borsa con il prototipo di Gualtiero Mark 2 lentamente usci' dallo studio. La sua Bugatti in affitto lo aveva portato via lontano dagli studi della TV verso l'albergo, ma la sua mente ripercorreva ogni attimo delle due ore precedenti.
"Signori, qui non si tratta di stabilire se un piatto sia gustoso o semplicemente buono, qui non vogliamo capire quanto acqua serve per riempire un contenitore da pollastro senza il fondo, qui si vuole andare oltre. Io vi faro' la stessa domanda e avrete lo stesso tempo per rispondere."
Gordon Zola, barone della salamella e vicario del rognone al sugo di rognone si offri' di parlare per primo, lo fece per educazione ma anche per sfida e antipatia multipla.
"Signori" continuo' il presentatore "aiutateci a capire, cosa significa cucinare?". Ci fu silenzio in sala, le luci puntavano tutte su Gordon Zola, il pubblico stava trattenendo il respiro, in folgorante attesa. Il veterano della cucina ingoio' una grossa fetta di rododendro fritto di sua invenzione e disse: "Incatramare le nozioni propedeutiche alla salute in cucina e' ciò che il governo ha sempre cercato di fare, io invece ho sempre lottato per dire la verità ed ora che mi si pone la domanda direttamente sono lieto di potervi spiegare il significato del cibo" Ci fu una pausa meditativa, poi Gordon Zola aiutandosi con il suono della trombetta pronuncio' le storiche parole "Acqua aria acqua e fuoco, tutto insieme nel bollitore, un pizzico di sale e tanto timo". La folla diede vita al più fragoroso e incessante applauso che memoria robotica potesse mai registrare. Loredante fu l'unico impassibile e indifferente, sapeva che di li a poco le luci sarebbero state tutte per lui e per il suo prototipo. In quel preciso istante le luci dello studio si spensero tutte contemporaneamente. Il buio avvolse le persone e le loro anime. Un violento frastuono fece tremare il palco e improvvisamente un fascio di fotoni ad alta densità perforo' il pavimento a pochi metri da dove i due cuochi erano seduti. Tanto rumore doveva per forza celare un sinistro scopo, infatti di li a poco un enorme colonna luminosa fece irruzione nel buio dello studio televisivo e una specie di carroarmato perforante a sublimazione esterna raggiunse il palco dal sottosuolo. Il logo sulla fiancata del mezzo militare era inconfondibile. Il temibile ladro scienziato Galileo GaliLED era appena apparso dal nulla senza buone intenzioni. "Nessuno si muova, questo e' un casino e io sono la causa" urlo' il criminale sventolando la bandiera dei pirati a risparmio energetico.
Loredante era pietrificato dalla paura, Gordon invece si alzo' minaccioso e agguerrito cerco' di estrarre dalla tasca il suo geco da combattimento. Tutto fu inutile, Galileo GaliLED in pochi secondi immobilizzo' Gordon Zola con un fascio di onde longitudinali e dalla stessa voragine da cui era venuto spari' con tutto il suo convoglio sotterraneo. 

lunedì 10 novembre 2014

On Air

Loredante scelse con cura la cravatta più adeguata. Striature di rosso su fondo verde origami. Occasione solenne e vestito adeguato. Una comparsa in TV non era certo cosa nuova per lui, ma mai avrebbe preso alla leggera tale impegno. Soprattutto ora che gli veniva data la possibilità di scrivere un nuovo capitolo nella sua storia culinaria. L'occasione di apparire sullo schermo per promuovere il suo programma nuovo poteva solo aumentare a dismisura la sua popolarità di cuoco e creativo della cucina. I dibattiti in televisione non erano mai stati facili. Di solito erano occasioni dense di politica e di maleducata confusione sociale. Le cose erano recentemente cambiate  ad Adventure City. I leader dei partiti non erano piu' stati invitati a nessun dibattito televisivo politico da quando la seconda cugina per diritto di nascita del Sultano Ismaia era morta di noia davanti alla TV. La politica era stata vietata per diritto di nascita e tutte le figlie secondogenite si erano assicurate per legge di essere realmente nate dopo le proprie sorelle e fratelli.
Loredante era bello e scaltro. Sapeva bene che l'invito in TV celava losche sorprese. Il suo robot cuoco prototipo, Gualtiero Mark-2 era stato accuratamente riposto nella valigia porta robot prototipi e aveva viaggiato in aereo privato insieme a lui. Loredante sapeva che i mass media avrebbero fatto di tutto per distruggere la sua immagine e il suo piu' acerrimo rivale, lo Chef Gordon Zola, sarebbe stato in trasmissione a fomentare la polemica, di qualsiasi natura questa fosse. 
Le luci brillarono come luci brillanti, lo studio era ancora scuro e la penombra non diminuiva di certo la tensione a 220 V delle prese di corrente dello studio. Loredante sedeva sul trono di destra, impeccabile nel suo essere bello. Gordon sedeva nel trono di sinistra, cupo e minaccioso. Il presentatore tardava a raggiungere il palco, il pubblico mormorava di curiosità non riuscendo a vedere i protagonisti, le telecamere erano spente in attesa di ingoiare immagini e sputare pixel. 
Ad un tratto una voce metallica proveniente da alcuni diffusori acustici sul palco disse. 
"Signore e signori, con immenso piacere questa sera presentiamo un dibattito nuovo e meschino. Questa sera parleremo di ciò che nessuno osa dire, di quello che troppi vorrebbero ascoltare e nessuno ha mai sentito. Questa sera metteremo in discussione ogni cosa che sappiamo per quanto riguarda alimentazione e salute. I protagonisti della serata già li conoscete ma lasciatemi celebrare adeguatamente lo straordinario palco che oggi sara' con noi." 
Un applauso sincero e scrosciante riempi' il vuoto dell'attesa silenziosa, di li a poco il volume dei cori celebrativi sarebbe diventato insopportabile a chiunque non fosse invasato. 
"Con i suoi 80 anni di attività e più di centomila versioni e varianti degli Spinaci al sugo di rondine diamo il benvenuto a Sir Gordon Zola" Un primo mortaio della seconda guerra mondiale brillo nel terzo palco a partire dalla quarta navata del teatro. Un secondo mortaio interruppe il silenzio che la prima esplosione aveva lasciato. Il pubblico sopravvissuto era in un delirio di gioia e ammirazione per colui che era considerato il detentore del sapere culinario classico, fregiato da ogni titolo prestigioso tra cui "Cavaliere dell'Apocalisse", "Membro Onorario", "Cittadino del Mondo", "Primo Mastro Don Gesualdo" e "Emerito Capo dei Grandi Migratori a Piume".
"Diamo il benvenuto" continuo' il presentatore, "anche questa sera al giovane uomo che ha scoperto la reazione di cristallizzazione della lana merinos a partire da un Sincrotrone casalingo e ha scritto un libro dal titolo - Neutrino dove vai - Edizioni Ismaia 2014" Le telecamere offrirono uno scorcio di palco e quel giovane fisico sorridente rubo' la scena a tutti per qualche secondo, Loredante sentiva che di li a poco il presentatore lo avrebbe volutamente messo in difficoltà', non si sentiva pronto ma di certo era agguerrito. Ci fu un susseguirsi di nomi e applausi, tutto il palco venne presentato poco alla volta fino a raggiungere l'estremità destra ove Loredante svettava senza paura. Il presentatore fermo' la propria voce rassicurante e troppo orecchiabile per aggiungere tensione e poter contare su un alimentazione industriale a 380 Volt. "Dopo aver portato l'ingegneria robotica in cucina, dopo aver deliziato anche i palati più sofisticati ed aver fatto una fortuna con il suo robot cuoco, diamo il benvenuto al grande Maestro e Allievo di se stesso, L-O-R-E-DANTE!" un applauso cosi forte e fragoroso non era sentito dall'ultimo applauso cosi fragoroso, alcune persone decisero di inibirsi le vie respiratorie in segno di stima, altri appassionati vestivano un costume che ricordava il robot Gualtiero Mark 1 e altri ancora avevano portato merchandising vario di Loredante per celebrare quello che per loro era un eroe.
[...]





giovedì 9 ottobre 2014

Gourmet

"Il Teorema di Gibbard-Satterhwaite, in analogia con il principio di Impossibilita' di Arrow, stabilisce che non esiste un processo decisionale immune da strategie di manipolazione che soddisfi l'assioma di non dittatura e di efficienza del processo stesso" Loredante non aveva capito nulla, scuotendo il capo chiuse la comunicazione con il server informativo. Il capo, scosso, andò su tutte le furie le quali volarono via lasciando il vuoto mezzo vuoto. Loredante aveva avuto certamente una vita assai difficile, solo e incompreso, cresciuto ai margini di Adventure City, povero e dimenticato da se stesso. Senza soldi e senza amici per anni si era mantenuto nei modi più umili, aveva masticato le gomme gettate per terra, aveva bevuto il sudore dai fazzoletti gettati nell'immondizia vicino alle palestre e aveva dormito su pile usate e medicinali scaduti. Mai per un solo momento pero' si era arreso alla sua triste sorte, aveva sempre continuato a sognare in grande e a vivere sperando in un cambiamento.  
Guardandosi indietro Loredante doveva ringraziare se stesso e la sua indole creativa per averlo condotto da i più umili meandri di se stesso ai salotti scintillanti dell'alta società. Da bambino timido e solo era diventato uomo potente e temuto, i grandi successi professionali gli avevano dato fama e denaro ma non aveva ancora smesso con i fazzoletti sudati. Loredante era il cuoco più famoso e pagato di tutta Adventure City, aveva cucinato le uova di leopanda per Megalopo in persona e aveva persino versato succo di anatras nel calice del Sultano Ismaia.
Il grande successo di Loredante era nato dall'aver scritto il codice per gestire l'intelligenza artificiale del famosissimo cuoco robot "Gualtiero Mark 1". Il programma "estrema varietà" del droide era molto apprezzato nei salotti nobili della città. I ricchi latifondisti amavano circondarsi di altri ricchi e nelle loro gozzoviglie lasciare che il droide facesse loro sorprese culinarie. I critici più acclamati non aspettavano altro che recensire una nuova ricetta estrema. Erano particolarmente apprezzati certi abbinamenti come lo shampoo al muschio marino con il prosciutto crudo al vapore, la tar tar di bietola servita sull'elica del Piper e i gnocchi al rame.
Loredante viveva in una villa ai margini dello Sprawl, un'antica ed elegante dimora appartenuta ad un dei sette nonni del Sultano, donata dallo stesso Ismaia. Viveva solo e mal accompagnato, tendenzialmente sereno o poco nuvoloso. Lavorava nel suo laboratorio robotico in mezzo a centinaia di componenti elettronici e ingredienti di cucina, e la distinzione tra gli stessi aveva smesso di essere importante ormai da tanti anni. Ultimamente aveva provato a bollire diversi tipi di semiconduttori per preparare la sua particolare versione della "Zuppa di Faraday". Lavorava sodo, mischiava componenti resistivi con elementi capacitivi, ma spesso non soddisfatto buttava via tutto e ripartiva da zero.  
Quel giorno Loredante sentiva che qualcosa stava per andare storto, un presagio sinistro che non dava tregua. Assaggio' il brodo e decise che era brodo buono. Come sempre prima di cucinare assaggiava quello che aveva cucinato. La cucina era buia e deserta, lavorava sempre al buio dei led neri. Controllo' con la coda dell'occhio il monitor dell'oscilloscopio, la sonda sale e limone trasmetteva un piccolo segnale in prossimità della frequenza di scissione del burro di aracnidi. Prese lo stampo a forma di catacomba pre-cristiana e verso' l'intero contenuto del bollitore. In quel preciso momento si senti' un forte schianto provenire da fuori, Loredante si precipito' alla finestra e vide non molto lontano dal suo quartiere il tipico fungo di fumo provocato da esplosioni di natura nucleare, misto al tipico odore di cristalli di lana merinos. Aveva recentemente acquistato un set di obelischi da giardino da un giovane venditore porta a porta e i grossi monoliti oscuravano il suo campo visivo, l'unica cosa che pote' vedere distintamente fu il grande Tiglio Argenteo brillare di luce blu incredibile [...]

martedì 7 ottobre 2014

Senso

"La vita e' come una cremagliera, tante ruote dentate incombono su di lei, trasforma il moto rotativo in moto lineare e prima o poi si consuma". Don Worry smise di parlare improvvisamente, le pareti della Chiesa Neurale tremarono, la pesante porta di travertino inizio' a vibrare ad una frequenza incalcolabile e in pochi secondi la sensazione di persone sciolte si fece sentire di nuovo. Tutti i poster dei Dinoboys si erano staccati dai muri sacri e il dispositivo che trasformava la rugiada in puntine da disegno aveva smesso di funzionare emettendo il tipico suono di emergenza. Don Worry, uscito dal calamaio, senti' di dover fare qualcosa per i propri fedeli, sentiva la responsabilita' spirituale e umana infondersi nella vena cava. "Persone!" disse ad alta voce "seguitemi e non sarete morte". Il parroco percorse i gradini all'indietro della scala a fionda e in pochi secondi si trovo' di fronte alla pesante porta, pronto a scoprire cosa all'esterno dell'edificio avesse causato tale onda d'urto. Il cortile era colmo di persone disposte in file ordinate, alcune di esse tenevano in mano alti stendardi la cui effige era inconfondibile, il Sultano Ismaia, splendido di splendore reale sedeva sul tetto dell'Incredibile Auto del Sultano, il cui clacson aveva di certo causato la scossa prorompente di poco prima. "O Sultano, mio Sultano, a cosa devo l'onore della tua visita tanto importante quanto meta' aspettata?". Ci fu silenzio e imbarazzo, il Sultano decise di parlare esattamente 32 minuti dopo. "Don Worry, tu sei noto per conoscere il vero senso della strada di fronte alla chiesa, io la percorro sempre al contrario e sbaglio". Le parole del sultano fecero commuovere tutto il suo esercito e i fedeli della Chiesa Neurale, ci furono lacrime collettive e abbracci fraterni. Il parroco, asciugandosi le lacrime con la carta carbone per darne una copia al Sultano in segno di gratitudine disse "o Sultano dal nome numerico, io ti ringrazio per le tue parole, dimmi o Sultano cosa posso fare per ricambiare la tua grande magnanimita' ". Il Sultano Ismaia fece un cenno e le file ordinate di uomini si disordinarono ordinatamente creando un nuovo ordine. Una musica struggente venne suonata dai grossi altoparlanti dell'Auto Incredibile del Sultano e dalla folle si apri' un varco. Quattro uomini molto alti e robusti stavano portando una barella sulle spalle, si fermarono solo una volta giunti al cospetto di Don Worry. "Don Worry qui giace Esulo, figlio mio morto ma non ancora sepolto, lo vuoi?". Il prete, misero e umile provo un senso di tristezza mista a gratitudine. "O grande Sultano, tu doni a me il cadavere di Euslo, io sapro' tosto dar lui degna sepoltura". 
La marcia reale del Sultano suono' in onore di Esulo, poi la folla ordinatamente si disperse, il Sultano torno' da dove era venuto e Don Worry rimase li, senza parole, ad osservare il giovane Esulo sulla barella. "Parroco" disse Esulo aprendo un occhio in maniera impercettibile " il genitore Sultano se ne e' andato?" Don Worry annui' " Bene non ne potevo piu' di lui e di tutto il suo palazzo" Esulo spense il dispositivo di morte di sua invenzione e torno' in vita. Il parroco prese per mano il ragazzo e lo accompagno' all'interno della Chiesa. "Esulo io qui non ti posso tenere, e' troppo pericoloso, dovrai andare anche tu come gli altri fuggitivi verso la Conca Equestre e vivere con i seguaci della Resistenza. "E sia" disse Esulo sottovoce " partiro' domattina, ma quando nessuno si ricodera' piu' di me tornero e guidero' insieme a te la Chiesa Neurale riportero' ad Adventure City tutti i seguaci e finalmente scopriremo la natura del meneghello ad orologeria. Don Worry abbraccio' il ragazzo e chiese ai fedeli di accoglierlo come fratello libero, poso' la piastrella dell'amicizia sulla bambina portatile che teneva con se e insieme passeggiarono lungo il viale Neurale discutendo del viaggio, della Resistenza e del pianoforte traverso, 

venerdì 3 ottobre 2014

Esulo

Il Sultano sedde. Il bicchiere a Led dominava il tavolo in legno di Tiglio Argenteo con la scritta scintillante “Temperatura corretta, bere ora”. Il Sultano Ismaia amava bere il te alla perfetta temperatura, oppure incandescente. Nell’impossibilita’ di calcolare le corrette condizioni di ogni ambiene per ogni varieta’ delle sue 693 mila di te verde, si era dotato di bicchieri a Led riscaldanti ai carburi di Cadmio. Intento a leggere l’etichetta della sua maglietta con uno specchietto, il Sultano non pote’ fare a meno di notare suo figlio Esulo chino supino con le braccia conserte attorno alle gambe, il pargolo stava tentando di forzare la serratura della Stanza Segreta di cose del Sultano. “Esulo, non fare cio’ che stai per fare” tuono’ il Sultano. “Padre Sultano, tu nascondi cose di cui tutti sognano la natura” rispose Esulo con un filo di voce e un filo di ferro in mano. Il Sultano con gli occhi pieni di lacrime di coccodrillo esclamò roboante “Esulo, aspettavo da tempo questo momento”. Ci fu denso imbarazzo, poi Esulo prese coraggio “Padre Sultano, io voglio sapere delle meraviglie che tu celi ivi nella segreta residenza”. Il Sultano poso’ il grosso meneghello ad orologeria, fece accendere un pietrone, sali’ e proclamo solennemente “Esulo, ti guidero’ nelle stanze segrete, vedrai la mia collezione, unica nel suo genere, ove udirai le disperate strida”.
Tutti sapevano che il Sultano Ismaia, pur di indole espansiva ed esotermica, aveva lati oscuri, per la precisione aree oscure, quindi lati al quadrato. Il palazzo del Sultano era talmente vasto da vantare due diversi fusi orari. Il Sultano era il solo a poter accedere a tutte le stanze, ma in generale tutti sognavano di poter vedere la “Stanza Segreta di cose del Sultano”. Nessuno conosceva il contenuto di quella stanza, e chiunque negli anni passati avesse consegnato qualcosa indirizzata a quella stanza era poi stato sciolto nel succo di lime, processo molto lento e doloroso. Il Sultano  teneva sempre con se un registro cartaceo su cui annotava il contenuto della sua stanza, tutte le sere inceneriva quel rmanoscritto ed ogni mattina passava qualche ora a riscrivere informazioni sulla sua collezione nel suo prezioso registro.
Esulo, bimbo audace e curioso, osservava in silenzio il Padre Sultano. Seguiva ogni sua mossa con “l’Osservatore portatile di Sultano” che si era costruito. La vita regale fatta di luci suoni muschi e licheni dorati non faceva per lui, la sua mente brillante non poteva sopportare i limiti dettati dal “dettatore di limiti portatile” che si era costruito. Esulo era un bambino prodigio, aveva imparato a comporre musica sacra a 2 anni, a 5 anni aveva iniziato a lavorare nel reparto di Chirurgia di Adventure City ricoprendo il ruolo di Cardioterapeuta del Polso, e a 7 anni aveva imparato a dividere per 0. Con il passare degli anni i rigidi dettami di corte lo avevano trasformato in un genio segreto e incompreso, ma il Padre Sultano Ismaia sapeva delle potenzialita del suo pargolo e sapeva di doverlo elevare ad un piu’ alto grado di considerazione.
Quell’anno, in occasione del Festival del Cambio degli Armadi, Esulo aveva approfittato della confusione per tentare l’ingresso nella “Stanza segreta di cose del Sultano”. La reazione del Sultano, tanto inaspettata quanto aspettata, aveva infuso nuove speranze nel giovane Esulo.

Il Sultano quel giorno decise di indossare il suo completo coassiale, fece chiamare Esulo dal Ministro della Comunicazione famigliare del Sultano e fisso’ l’appuntamento per la prima visita nella sua Stanza Segreta per quella sera. Esulo, fini’ di scomporre un esadodecaedro cubico e accetto’ l’invito pieno di gioia. Il Sultano recava in mano il prezioso registro e osservava in silenzio Esulo che si avvicinava a lui, passo dopo passo. Le pareti a Led erano diventate color scamarcio, belle e impossibili. “Seguimi Esulo, tutti inizia da qui, io sono l’Alfa e il Romeo per te” . Il figlio del Sultano, confuso dalla esclamazione del padre, giunto al suo cospetto disse “Padre Sultano, parli strano, io non capisco cosa dici, ma non puoi imparare a parlare normale?”. In quel preciso momento le pareti a Led si fecero rosse, ci fu un suono sinistro poi uno destro, il dispositivo di sicurezza avverti’ una delle piu’ gravi infrazioni sociali, nessuno poteva rispondere male al Sultano. Un fascio di plasmon ad altra pressione e temperatura colpi’ Esulo facendolo sublimare all’istante, il Sultano non disse piu’ nulla, riprese in mano il suo specchietto e sedutosi nella preziosa poltrona di pelle di pollo fatta da Apollo in persona riprese la lettura dell’etichetta del suo vestito. 

lunedì 9 dicembre 2013

Boom

Il cluster si disperse in una miriade di colori luminescenti, intersecandosi con le onde elettromagnetiche. Lo spazio e il tempo diventarono antitetici e nonostante lo scintillante bagliore dei cristalli di lana merinos, la realtà si piego' allo scuro del crepuscolo. Lunghezze d'onda troppo estreme, suoni confusi, temperature prossime alla soglia del dolore fecero da sfondo ai variopinti mesi di ottobre. La magia di un'estate calma ma tormentata si poteva facilmente scambiare per pochi spiccioli al mercato. L'interruttore della riduzione di pressione scatto', colorandosi di violetto. I centimetri si fecero più simili agli eruditi viaggiatori d'oltre alpe, imitando una nuova sana e infinita realtà. Lucio brucando tutto il suo prato mori' sull'erba, solo e coperto di humus. Allieta divise il pane, ne diede meta di mezza porzione al doppio dei suoi figli, confondendoli e causandone la morte per confusione. Alexander scarico' alcune nuove pene corporali, vigilando sull'amico ferito. Ferito veglio' esangue nel tumulto del rosa confetto. Gli abitanti della casa si trasformarono in polvere di abitanti della casa. Delirando delizia da ogni dove, il governo non fece nulla. I dazi doganali non erano presenti, non essendoci nessuna dogana. Dimetrodiego, dall'alto del suo nome semipreistorico, osservo 'l'esplosione in lontananza, al sicuro nella sua cella. Don Worry prego' per la salvezza della sua Chiesa Neurale e fu accontentato. La Signora Rosa, incredula, si rintano' nell'abitacolo del suo MIG 21.
La luce, scomposta e ricomposta, prismatica, ondulatoria e corpuscolare fu cosi intensa che qualcuno penso' di trovarsi di fronte ad una luce intensissima.
Poi la calma, il silenzio, la disperazione, il Libro Cuore e la tragica scoperta di quanto la realtà fosse più misera e deturpata rispetto al più tetro incubo.

lunedì 25 novembre 2013

Free

Una mattina come tante, uguale alle altre. Dal letto in terra battuta si poteva osservare tutto il letto. La stanza era quella tipica di ogni ospedale. Letto al centro, macchinari per la misurazione dei valori vitali a destra, comodino con avvoltoio a sinistra e rododendri pendenti dal soffitto. L'infermiera entro' nella stanza passando dalla finestra, il contenuto limaccioso della cassetta di sicurezza traboccava ma era abbastanza nascosto per non essere visto. Ad un tratto in un'altra stanza il professore rivolto' un guanto e indosso' il pennacchio da guerra. Quella stanza si fece buia e le luci della macchina per la pressione cambiarono da verdi a rosse.
Era ora di andarsene da quel luogo. La struttura dell'ospedale era a pianta esagonale, con le due torri più alte corrispondenti ai fuochi dell'ellisse. Le vie di fuga, si sapeva, erano poche e molto ben sorvegliate. Anche se il complesso non era pensato per contenere le persone contro la loro volontà, negli ultimi anni troppi casi di pazienti pericolosi avevano convinto le autorità' a intensificare le misure di sicurezza. Termoscanner, rilevatori di pioppo, sensori ad alto rendimento acustico, piattaforme illuminate con le luci di Natale, erano solo i primi dispositivi conosciuti dai cittadini al di fuori del personale medico. Don Worry era stato ricoverato per eccesso di zelo, e se ne stava nella sua stanza da quasi un anno. Dalla sua finestra si poteva vedere l'ala orientale di Megalopoli durante le prime luci dell'alba, prima che la pesante coltre di fumo misto ad inquinamento industriale coprisse tutto il fondo della grande valle. Le montagne al di sopra di Megalopoli erano note per essere pericolose quasi quanto i quartieri più cupi, ma a differenza della città, il freddo glaciale e gli animali selvaggi fungevano da grosso deterrente, sia per avventurosi in cerca di risorse sia per gli stessi abitanti, abituati a rimanere protetti dalle mura di casa.
Il giovane prete, osservo' l'infermiera compiere le operazioni giornaliere, la vide misurare la temperatura la pressione, la viscosità il tasso alkalinico e l'eventuale presenza di saccaridi policiclici dal grosso contenitore delle tartarughe da ospedale, tipiche di ogni stanza. Ultimati gli esami, l'infermiera tolse la sicura alla pistola di vernice e inizio' a dipingere la stanza, coprendosi la mano con la bocca. Il rumore del compressore di vernice copriva la fastidiosa musica proveniente dagli strumenti di misura della stanza, dopo qualche ora la stanza era perfettamente colorata di verde. Don Worry attese con pazienza l'uscita dell'infermiera, scese con cautela dal letto e divise dietro di se le due meta' del ribaltone, convesso come la sua stessa paura. Il corridoio sembrava deserto, ma di certo non era una buona idea avventurarsi verso quella direzione. Apri' invece la finestra trovandosi di fronte una pesante coltre di nebbia tossica e maleodorante. Si lancio' nel vuoto, lasciando speranza fastidi e paura nella stanza. Il dispositivo di atterraggio portatile, di cui tutti gli esseri umani erano dotati sembrava funzionare bene, infatti il prete si adagio' senza dolore ai piedi della statua a forma di Groenlandia di Ipocrita, fondatore dell'ospedale. Era libero di scendere da quelle maledette montagne e iniziare una nuova vita.
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lunedì 18 novembre 2013

Rosa

"Uomo, tu sarai condannato a bere una media di Gange tutte le mattine, suderai con il dolore delle fronde, mesto sul palmo di troppe mani, e cosi sarà ne secoli dei secoli, dormirai di notte e vivrai di giorno come se fosse tra due notti, gheriglio fastidio e perineo..". Il sacerdote concluse la lettura sacra con il suono della trombetta, quella che si allunga insufflando in essa. La signora Rosa, vestita di nero, assorta in una meditazione penitente riapri' gli occhi, quasi a conclusione del momento denso di sacralità'. Lei conosceva Don Worry ormai da molti anni, da quando era giunto dalle montagne al di la' di Adventure City. 
Tutte le mattine la signora Rosa si recava alla Chiesa Neurale per rendere Grazia al sacerdote, assiduo lettore della rivista femminile, presa in prestito giornalmente dopo ogni funzione. A lei piaceva ascoltare le sacre scritture, lette e spiegate da Don Worry, ma la sua ritrovata devozione era dovuta di sicuro ai recenti fortunati eventi. Vincere 5 miliardi di crediti era stata la cosa più bella della noiosa vita della signora Rosa. Normalmente si trastullava di fronte alla tv, tessendo trame, cucendo e ricamando. Da buona cinefila possedeva una discreta collezione di vecchi film dei secoli scorsi, ma fra tutti i titoli a catalogo, "Top Gun" con Tom Cruise era di certo il suo preferito. Proprio grazie alla passione per le battaglie nei cieli, in cui vecchissimi velivoli da guerra a combustibile fossile bombardavano, con munizioni esplosive, innocenti civili, aveva deciso di investire parte dei suoi crediti nell'acquisto di un aereo militare. La signora Rosa, ormai settantenne, secondo le leggi di Megalopoli poteva pilotare un velivolo solo dietro prescrizione medica, cosa non difficile da ottenere con la sua nuova fortuna pecuniaria. Il figlio della signora Rosa, Ellenio, da poco entrato a far parte dell'Agenzia, aveva ottime conoscenze per aiutarla a superare ogni controllo di idoneità per ottenere una licenza di acquisto di armi prebelliche di vecchia generazione. In men che non si dica, la signora Rosa aveva acquistato un Микояна и Гуревича МиГ-21, nome in cirillico per Mikoyan-Gurevich MIG 21, dal vecchio negozio di velivoli militari sovietici di Megalopoli. Ellenio, per la festa del Viale del Riposaio, aveva fatto consegnare alla madre una rarissima RDS-220 (o Bomba Zar), un ordigno all'Idrogeno capace di sprigionare fino a quasi 60 megatoni di potenza (60 milioni di tonnellate di tritolo). 
L'aereo della signora Rosa era parcheggiato fuori dalla Chiesa Neurale, pronto al decollo, ella tuttavia non decollava mai, si limitava a usare il propulsore per muoversi sulla terraferma, ma quel giorno dopo la funzione aveva deciso di decollare, e librarsi nel cielo. Nessuno dei residenti di Viale del Riposaio si recava ad una Chiesa cosi lontana, quale momento migliore per mostrare il proprio gioiello a sconosciuti? Una giovane marmotta aiuto' la signora Rosa a salire sul velivolo nero, che era orientato proprio in modo da avere la cabina di fronte al portone azzurro della Chiesa Neurale. I fedeli videro la signora sistemarsi con cura i bigodini, sorridere e salutare Don Worry con un cenno della mano. Improvvisamente un suono sinistro proveniente da destra avvolse il quartiere, fino a rendere inutile ogni riferimento a direzioni e luoghi. L'inconfondibile rumore di accensione di un sincrotrone si era propagato in tutto il quartiere, il pensiero di tutti, cosi come lo sguardo, si rivolse al grande Tiglio Argenteo, simbolo di prosperità' e benevolenza. La signora Rosa, indispettita per la perdita di attenzione nei suoi confronti, maneggio sgarbatamente i comandi del MIG 21, e dopo poco si ritrovo' nel bel mezzo della sequenza decollo, ignara di come interrompere l'operazione, e sinceramente dispiaciuta di non aver saputo cogliere l'insostenibile leggerezza di quell'eschimo mentale, sceso nel cuore dei fedeli. 
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venerdì 15 novembre 2013

+ 5

Norvegio della Francesca, nome in codice del robot di Aleffio, aveva un sistema di guida non certo semplice da capire. Aleffio quotidianamente affrontava lo stesso problema: scegliere il percorso migliore per fare visita a piu' case, medio borghesi, possibili. Ogni giornata di lavoro era associata ad un'ampia zona urbana, e ricoprire l'area di Adventure City non era cosa da poco. Malgrado le difficoltà i recenti successi imprenditoriali avevano garantito una sorta di promozione al ruolo di "Libero Commesso Viaggiatore", il che in breve significava potersi spostare in ogni angolo di Megalopoli, anche al di fuori di Adventure City. I robot dei colleghi-rivali-concorrenti erano dotati di un sistema di guida di prima generazione. In pratica al computer di bordo veniva fornita una mappa del territorio, e grazie alla diretta applicazione della Teoria delle Reti Neurali, un Ciclo Hamiltoniano aiutava a calcolare il giusto percorso, cercando di ottimizzare tempi e spazi. Un'intelligenza artificiale rozza a confronto di quella del robot di Aleffio. Egli aveva messo a punto un complesso sistema di "pesi" per valutare la probabilità che una casa fosse appartenuta ad una famiglia medio borghese e quindi a potenziali clienti. La velocità di apprendimento del Commesso Robot era stratosferica. Mentre questi volava nei cieli, in viaggio verso la prossima destinazione, memorizzava tutti gli elementi del paesaggio e numericamente valutava la possibilità di concludere qualche affare, "+1 - Quartiere 356 Cubo Bis, rilevata piscina in costruzione, possibile cliente benestante" , "+2 - Vialetto del Riposaio, acquistato MIG 21 da signora in pensione, possibile vincita economica", "+3 - Rilevata presenza di cadmio liquido su steccato di famiglia di Indiani d'America, possibili attività radioattive costose".
La raccolta di informazioni era la vera forza di Aleffio, il robot adattava il suo percorso nel modo più efficiente possibile in base a valutazioni di carattere sociale/economico, si fermava dove era più alta la probabilita' che qualcuno potesse comprare gli Obelischi. I cammini hamiltoniani erano roba poco piu' evoluta di "unire tutti i puntini senza staccare la penna dal foglio"; Aleffio vantava invece una delle più evolute reti di Hopfield, in grado di auto programmare geneticamente un sistema di pesi sempre in evoluzione, il cui pregio maggiore risiedeva proprio nel velocissimo apprendimento e nella resilienza alla variazione delle condizioni osservate.
Quel giorno Aleffio sorvolava una vecchia area di Megalopoli in cui molti anni prima era stata costruita una Chiesa Neurale, dove il robot aveva voluto a tutti i costi passare dopo aver registrato anomale fonti di energia. A volte i sensori del robot erano stati traditi dalla stranezza di certe situazioni, ma raramente un peso veniva assegnato con leggerezza. Il vasto display a raggi rossi del robot indico' "+5 , Rilevata smodata fonte di energia coincidente con abnorme quantità di gomitoli di lana merinos". Aleffio, passando alla guida manuale, inizio' la procedura di discesa. Il celeberrimo Tiglio Argenteo era stato registrato piu' volte dal robot come notevole fonte di energia e non era certo la causa di quella improvvisa segnalazione degli strumenti di bordo. Aleffio non si ricordava che l'albero si trovasse proprio li', lo aveva visitato soltanto una volta moltissimi anni prima, quando aveva accompagnato sua nonna alla ricerca dell'Arca per Due, un mitico manufatto in grado di ospitare comodamente due persone oltre ai segreti del mondo. 
Il robot, come di consueto, atterro' ad una ragionevole distanza dal luogo segnalato, per evitare falsi positivi e verificare la correttezza della segnalazione. Fu allora che, una luce bianca, intensa e fulminea baleno' nel quartiere; non ci fu alcun rumore, ma la sensazione di persone sciolte si fece sentire di li' a poco, seguita da elevata temperatura e dal rarissimo fenomeno di cristallizzazione della lana merinos.
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mercoledì 13 novembre 2013

Pauli

L'orologio digitale segnava  3.14 a.m., quella maledetta insonnia non mi lasciava tregua ormai da mesi, le mie ricerche, il mio lavoro, le mie indagini potevano godere di un ammasso di tempo sempre più ampio e sofferto. Gli oggetti di notte avevano un fascino diverso. Di fronte a me il solito terminale da 14 pollici, ingiallito da tempo polvere e vernice gialla, era l'unica fonte di luce della stanza. Il mio viso e tutte le cose intorno a me apparivano velate da un lieve colore azzurro, mentre il cursore lampeggiante costituiva l'unica variazione geometrica sensibile nel mio campo visivo, come il metronomo ricorda al musicista la regolarità matematica della musica, esso ricordava a me lo scorrere improduttivo del tempo. Decisi di alzarmi per riposare gli occhi, giù in strada un coyote stava divorando la signora che avevo incontrato la sera prima di fronte alla porta della Chiesa Neurale, seguii la carcassa della donna farsi sempre più frammentata, e l'animale cibarsi sempre con meno avidità. Non era strano incontrare animali selvatici a Megalopoli. Quella città si estendeva ormai per alcuni parsec quadrati, mari, monti, grotte, foreste, deserti, ghiacciai erano stati annessi a Megalopoli per volere di Megalopo, re di Megalopoli. 
Avevo deciso di vivere in quel quartiere da quando il Tiglio Argenteo aveva ricominciato ad emanare radiazioni β. Ci sono tante manie che possono rendere l'uomo schiavo, la mia non era passione per la fisica nucleare, io collezionavo neutrini. All'interno di un nucleo atomico neutroni e protoni sono tenuti insieme grazie a quella che si definisce"interazione forte", ma in un nucleo radioattivo, quando avviene la conversione di un neutrone in un protone, si osserva l'espulsione di un elettrone ad alta velocità, e per il bilancio energetico della quantità di moto, un neutrino viene prodotto. Il grande Tiglio Argenteo era la mia fonte preferita di neutrini. Come un qualsiasi altro collezionista ero ossessionato da avere sempre più neutrini, benché' non li potessi vedere, sapere che erano li, confortava la mia vita. 
L'orologio digitale segnava 5.63 a.m., un'ora improbabile. Le prime luci dell'alba stavano per schiarire Megalopoli, la strada ora era deserta, i membri del Circolo Polare Artico avevano ripulito i resti della signora dilaniata qualche ora prima, io non avevo ancora dormito. Decisi di coricarmi, ma lasciai il terminale acceso per precauzione. Mi sveglio' il suono della sirena che nuotava nel mio acquario. Avevo dormito solo poche ore, un forte mal di testa mi ricordava di smettere con la cleotoxina, lo schermo del terminale mostrava la chiara notifica di un messaggio di posta, mentre un tempesta radioattiva faceva da sfondo al mio risveglio. Mi alzai di scatto, presi la coloreria  dalla sua custodia di velluto trasparente, e lisciando il pelo di Pauli mi misi al computer, curioso di leggere il messaggio. "Conferma spedizione, 100 t di lana merinos verrà consegnata nel pomeriggio all'indirizzo da lei indicato". Non esiste lana migliore di quella, pensai. 
Tornai a svolgere la mia attività, per migliorare lo studio dei neutrini mi ero abbonato ad un mensile del settore dal titolo "Costruisci il tuo Sincrotrone", e mi ero cosi dedicato anima e copro a dotare casa mia di un acceleratore di particelle per lo studio della fisica dello stato solido. In pratica avevo un anello in soggiorno, costruito da me, in cui facevo viaggiare particelle cariche ad una velocità prossima a quella della luce, costrette da un campo magnetico a muoversi secondo traiettoria curva. Tanto più elevata la velocità delle particelle, tanto minore la lunghezza d'onda e tanto maggiore l'energia trasportata. Sapevo di compiere attività illegali, ma cosa poteva andare storto? Mi preparavo per lo studio del Grande Tiglio Argenteo, il mio piano era di utilizzare la luce del mio sincrotrone, fatto in casa, per esaminare il Tiglio sotto la sua corteccia Argentea, e finalmente sapere. 
L'orologio digitale segnava le 2.14 p.m., prevedevo di ricevere la spedizione di lana merinos nelle ore successive. Ad un tratto suono' il segnalatore di presenza acustico, capii subito che qualcuno stava premendo il dispositivo digitale montato sulla mia porta di ingresso. Sincronizzai la telecamera sul viale di casa e vidi un grosso camion, primo di una fila di tanti altri camion, tutti in attesa di un mio gesto per iniziare a scaricare tutta quella lana. Non avevo pensato a dove mettere 100 t di lana merinos, avrei dovuto pensarci. Quel sito di vendita online di gomitoli era sembrato troppo conveniente per essere vero, "compri 10 paghi 1 il triplo, ogni 300 pezzi hai in regalo la possibilità di comprarne 200 a prezzo doppio, oltre i 1000 pezzi consegna gratuita e camion in omaggio a prezzo chiavi in mano", forse avevo esagerato, ma mi serviva qualcosa di caldo per l'inverno. Feci un cenno al primo dei tanti autisti, e in pochi minuti mi trovai con una montagna di gomitoli di lana merinos in giardino, quasi alta come il Grande Tiglio Argenteo. 
Ero pronto a scendere in strada con il mio sincrotrone e testarlo, quella notte avrei agito. Pauli era di fianco a me, nervoso e coperto di albicocche. Iniziai la sequenza test del sincrotrone..
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domenica 10 novembre 2013

Entropia

Aleffio, svogliato e prematuro, trattenne il respiro per cambiare colore, in quella mattina senza sole. I toni della sua carnagione chiara si fecero sempre piu' scuri in un gradiente cromatico che sfiorava blu verde e viola. Quasi morto per la mancanza di aria decise di tornare del suo colore originale e di alzarsi dal suo comodo e caldo letto.
La stanza era come l'aveva lasciata la sera prima di addormentarsi, gli alambicchi colorati sulla scrivania ora ribollivano e il triste acquario voto, che un tempo ospitava una invidiabile fauna ittica, ora giaceva inerte con tutti i pesci maleodoranti e decomposti. Aleffio aveva usato il proprio acquario per dimostrare il Secondo Principio della Termodinamica alla sua ex fidanzata."Vedi amore, nel mondo come lo conosciamo l'entropia domina gli eventi. Possiamo definire l'entropia come l'unita' di misura del disordine. quando c'e' entropia le cose non possono tornare indietro. Ora ti dimostro perche' la tua consueta frase - non sei piu' quello di una volta- non ha senso. Guarda il mio acquario, vedi che i pesci nuotano sereni e giocosi? Bene ora applichiamo questa fonte di calore disumana al fondo dell'acquario. Variamo la temperatura da T1 a T2, diciamo dai 25 gradi ai 150 gradi centigradi. Ora il nostro acquario e' una zuppa di pesce, vedi amore tutti i pesci morti?. Ora spengo la fonte di calore e inserisco un po di ghiaccio per abbassare la temperatura da T2 (150 gradi) a T1 (25 gradi), i pesci non nuotano piu', non posso riottenere lo stato iniziale, eppure ho variato solo un parametro (T) lunga la freccia del tempo. Capisci? Ho generato entropia, la reazione Acquario-Zuppa di Pesce e' irreversibile" Quella fu l'ultima cosa che Aleffio disse, lei sbotto', sbatte' la porta e sbuffando scappo' via sulla sua Bugatti. Da allora era iniziato un inferno domestico, ed egli aveva sempre con se un pacchetto di fazzoletti di carne e piangeva con la faccia sporca di sangue dei fazzoletti.
Quella mattina il sole era ancora coperto dalle nubi di inquinamento acustico, si sentiva sempre il trillio dei trilli dalla finestra di casa, ma non ci si faceva piu' caso, eppure in quel momento un silenzio quasi irreale echeggiava nel cupo germogliare della Primavera su Adventure City. 
Il droide preparo' la colazione con il solito rituale automatico, Aleffio odiava quell'affare, ma gli era stato regalato da Lei, come poteva disfarsene? La cucina, in penombra, era avvolta da un profumo di olio da camion, non avrebbe dovuto invitare la sera prima quel suo amico meccanico che adora parlare di motori, Aleffio aveva dovuto assistere in diretta a ben quattro disassemblaggi di vari motori a casa sua. "Vedi qualcuno, divertiti, invita amici a casa", era stato il consiglio della sua vecchia zia per combattere la solitudo. Sembrava che la vita si fosse fermata, senza di Lei tutto era privo di senso. Il cibo preparato dal droide era saporito, ma la programmazione del menu' dava ancora dei problemi. Da quando Aleffio aveva impostato la scelta delle pietanze possibili su "Estrema varietà'", stanco ormai di uova e pancetta tutti i giorni, il droide preparava i piatti piu strani nell'eseguire il programma "alimentazione", tuttavia "quaglia ripiena" e "panna impannata all'uovo di leopanda" non erano l'ideale per il cuore debole e sofferente di Aleffio. Consumo' il cibo in fretta, senza deglutire, e chiese al droide qualcosa da bere di "nuovo e fresco". Sul display del cuoco robot apparve un volatile giallo, con le spine, e in pochi secondi una caraffa di succo di anatras fu servita, dolce ma con troppe piume per essere piacevole.
La mattinata non prometteva bene, Aleffio indosso' la sua tuta, il casco e i guanti, prese una miniatura dello Storione Assassino, il sapone e la loncandina della Corrida di Corrado. Scese le scale veloce, attento a cadere, infatti scivolo' sul sapone, ma il casco attuti' la caduta. Prima di uscire prese dal vano di sicurezza, a destra della porta d'ingresso, la chiave magnetica del gigantesco robot che il suo lavoro gli permetteva di guidare, e dopo un lungo respiro si senti' pronto ad affrontare una nuova giornata. 
Il lavoro era forse l'unica cosa che dava ad Aleffio quella gioia mista a soddisfazione di cui aveva bisogno per non uccidersi. Si era fatto strada velocemente nel suo ramo, ed ora aveva un territorio tutto suo da gestire. Aleffio vendeva Obelischi porta a porta mediante un grosso robot dalle fattezze umane, mestiere con poca concorrenza e grandi profitti. La passione per gli obelischi era dilagata tra le famiglie medio borghesi, e gli affari andavano bene. Lui lavorava sodo e volentieri, incurante di ferie, vacanze, clismi, cataclismi, intemperie, intemperanze e situazioni sconvenienti. Una volta era perfino morto. Ma aveva avuto un'ottima sepoltura, e la sua assicurazione copriva il decesso, dando una possibilità di resurrezione all'anno. 
Dopo aver percorso il viale del giardino, tra muschi e licheni, giunse di fronte al grosso uomo metallico, alto quaranta metri. Sali' la ripida e tortuosa scaletta, e, come ogni giorno, gradino dopo gradino si domandava il motivo del design a elicoide tripla. Giunto al portello del robot, passo' la chiave magnetica e un rumore metallico, proveniente dall'interno dell'abitacolo, confermo' l'apertura della serratura. Seduto al comando del suo amicone metallico, Aleffio si sentiva un'altra persona. Premette il bottone rosso di accensione, seguendo con attenzione la sequenza di inizializzazione del computer di bordo. Il robot emise un fragoroso profumo di fragola, si chino' per raccogliere l'immensa valigia piena di obelischi, e come un elegante commesso viaggiatore, accese i propulsori e decollo', lasciando la triste casetta alle spalle. 
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giovedì 10 ottobre 2013

Sive

"Una persona non dovrebbe mai rinunciare a sognare. Nemmeno nelle circostanze piu' avverse, quando tutto e' perduto e non ci sono altre soluzioni oltre ad un proiettile, proprio in quel momento si dovrebbe trovare quella forza onirica di immaginare qualcosa di diverso, sognare di diventare Emoglobita può salvarti la vita...". Ellenio tolse gli occhi dal display del sedile anteriore, si volto' distratto, e con un moto circolare della mano pulì il vetro dalla condensa. L'Aerotaxi proseguiva veloce e imprudente tra i mastodontici palazzi della Megalopoli di Megalopo, re di Megalopoli. Con il volto premuto sul finestrino poteva avvertire attraverso la fronte il freddo polare all'esterno dell'abitacolo. Il display anteriore dell'aerotaxi mostrava la scritta "20033902 centimetri all'arrivo", e una miriade di informazioni tempestavano quasi tutta la vettura. Biglietti da visita di venditori di cleotoxina, preparatori di Ghiottolino, e ogni sorta di impianto meccanico era sponsorizzato in maniera più o meno invitante. Nello Sprawl era sempre stato facile procurarsi droga, impianti meccanici o materiale illegale. Quella sera Ellenio era li per un altro motivo, non era il desiderio di una sostanza ricreativa a farlo scendere cosi vicino al centro dell'inferno. Aveva letto un articolo sulle recenti esplosioni nei pressi della Chiesa Neurale poco tempo prima, sfogliando l'ultimo numero di "Ossessione per i Tigli", speditogli da un suo parente serpente. La decisione di mandarlo proprio nel luogo del disastro era stata presa dall'Agenzia solo la mattina precedente, la preparazione del viaggio aveva assunto la massima priorità' ed Ellenio aveva potuto contare sul massimo appoggio di tutti. I modi in cui operava l'Agenzia non piacevano, ma la loro efficacia aveva convinto il popolo in qualche modo a fidarsi. Non si trattava di una delle tante organizzazioni private nate dopo la guerra,  l'Agenzia era di proprietà diretta di Megalopo, re di Megalopoli. Ellenio ne faceva parte da qualche mese, di certo gli incarichi più sfortunati o pericolosi capitano ai novellini, ma l'ordine di scendere del cuore del quartiere maledetto andava oltre la sfortuna. Quando il taxi stava per segnare "0 centimetri all'arrivo" Ellenio venne invitato a osservare il display, la transazione di crediti mediante chip oculare fu istantanea, presto pote' uscire dalla comoda e calda vettura per ritrovarsi in mezzo ad una moderna versione del libro dell'Apocalisse. 
L'odore di lana merinos era pungente e intenso, il fuoco illuminava la strada principale, in lontananza l'insegna della Chiesa Neurale sembrava l'unica cosa rimasta intatta. Il grande Tiglio Argenteo era stato attaccato dalla fiamme nonostante le coperture. Ellenio immediatamente capi' quanto disperata fosse la sua impresa, come avrebbe potuto trovare causa e origine dell'esplosione senza qualche indizio...
Un vecchia donna, ricurva sotto il peso degli anni, appoggiata sui palmi delle mani con le braccia incrociate, lo chiamo' dall'oscurità di un vicolo. Era una venditrice ambulante, Ellenio diede una veloce occhiata alla merce, piu' interessato all'aver trovato una presenza umana che all'acquisto di qualcosa. Uno straccio sporco, steso per terra, raccoglieva tutti i preziosi della vecchia: cartoline del disastro, frammenti di cristallo, componenti meccaniche e viti senza fine. "Se vuole può pagare anche con arti o organi" disse la vecchia, mostrando una fila di denti neri come la notte. [..]     

martedì 8 ottobre 2013

Resistenza

Malario camminava sempre di fronte a se. Non aveva altre abitudini. Si era sforzato di cercare qualche vizio ma non riusciva mai a prenderne uno. Il medico disse che stava bene, di non pensare ad un motivo per stare male, piuttosto di mantenere la situazione sotto controllo, ma senza ostentare salute.
Malario sentiva il sangue scorrere dentro di se, e poteva annusare il profumo delle cose circostanti senza problemi. L'anno precedente aveva chiesto di essere ingessato dalla vita in su, per precauzione, e sentendosi ora risanato, forse qualcosa in lui stava davvero cambiando. Era giunto ormai il tempo per Malario di intraprendere il grande viaggio verso la Resistenza. Aveva passato tutti i controlli medici, etici, morali e fiscali. Per molti anni le gesta dei seguaci della Resistenza avevano infiammato i cuori della gente e le baracche di legno dei nemici. L'ipocondria di Malario si era manifestata proprio come ossessione, vittima del fascino della Resistenza, ma adesso era fermamente deciso a compiere tutto il cammino e raggiungere la Resistenza. Conosceva bene le regole "Perfezione fisica e mentale assoluta, rettitudine, altruismo, eterogermia e attitudine all'utilizzo delle trebbiatrici". Malario si sentiva pronto ad affrontare viaggio, regole e sguardi indiscreti.
Decise di partire un freddo mattino del mese di Brumaio. Le rondini erano ancora ghiacciate sugli alberi, morte ormai dallo scorso autunno, il vento soffiava senza tregua, e muoveva vigorosamente l'anemometro a forma di marmitta catalitica eretto nella piazza principale del paese. Malario scrutava quella piazza deserta avvolto dal proprio giubbotto di cerviolone. Il punto di partenza per il cammino verso la Resistenza era noto a molti, il punto di arrivo sconosciuto quasi a tutti. Il passo si fece più veloce e deciso, il grande anemometro e la piazza lasciati alle spalle sembravano ricordare a Malario che non si trovava più nella piazza con il grande anemometro al centro. La sua abitudine di camminare di fronte a se aveva aiutato il suo procedere diritto, e ben presto ogni forma di civiltà o di presenza umana lasciò il posto al nulla della radura. Senza esitare Malario scacciò ogni pensiero negativo, e poco a poco si rese conto di aver iniziato a correre, con un moto liberatorio e introspettivo. Accese il proprio visore vitale portatile, tutta la vita gli passò davanti. Lo scorrere delle ore, dei giorni delle settimane presto smise di essere importante. Più il tempo passava più Malario acquisiva nuova consapevolezza di se, quella prova di vita lo aveva del tutto cambiato. Si nutriva di germicidi e beveva l'acqua estratta dai giunchi selvatici trovati lungo il cammino. Poteva essere passato un mese o un anno, non sarebbe cambiato nulla, ma quando i segni della Resistenza iniziarono ad essere evidenti, il cuore di Malario si colmò di soddisfazione e serenità. Dapprima vide l'oleodotto trasparente, eretto dai primi seguaci, poi la conca equestre in lontananza, e fu certo di essere nel posto giusto, quando la grande Resistenza apparve oltre la conca, scintillante al sorgere del sole. Le prime abitazione dei seguaci erano sparse qua e la ai bordi della conca, avvicinandosi si era accorto però di quante persone, come lui, avevano abbandonato la vita normale per diventare seguaci della Resistenza, intere famiglie di adepti popolavano il centro della conca.
La grande Resistenza era ormai innanzi a lui. Uno dei due terminali era conficcato nel terreno, mentre l'altro svettava sopra le teste dei seguaci, ad un centinaio di metri di altezza. Il tipico zig zag del corpo era cromato come il resto del gigantesco componente elettronico e la scritta 10 Ohm, a caratteri dorati, donava pace e serenità ai cuori dei fedeli.
Malario, perso nell'ammirazione non si accorse che uno dei sacerdoti si stava frettolosamente avvicinando a lui con una pila a Zinco Carbone in mano.  [..]

domenica 6 ottobre 2013

Ismaia

Il sultano Ismaia, terzo di quel nome, si svegliava sempre alle prima luci dell'alba. La sua vita era scandita da rigorosi rituali dettati dall'etichetta. Il suo stesso nome, per essere pronunciato, necessitava pratica e buona memoria. Ismaia Enrico Ottavo Terzo secondogenito della Prima dinastia dei Quinti Settimi Severi, sesto di otto figli del Re e Nono Sultano delle Dodici Terre Ventennali. Poche persone tuttavia potevano liberamente pronunciare il suo nome, la grandiosa magnificenza del sultanato era ostentata infatti proprio a partire dal titolo.
Ogni mattina Ismaia apriva gli occhi nel preciso istante in cui ci si aspettava che lo facesse. Il materasso regale era programmato dal Consiglio Superiore del Riposo in modo che variasse la propria  frequenza di vibrazione al momento opportuno per la sveglia. La stanza autonomamente misurava il grado di stress giornaliero del Sultano, adattando il colore delle pareti alla giusta tonalità per far fronte alla sua cromomania. Il grande tappeto digitale quella mattina si era sincronizzato su "Mare e Fondali Marini", le increspature dell'acqua generate da ogni passo del Sultano sembravano non disturbare il grosso abalone che nuotava in lontananza verso la fine della stanza, ad una cinquantina di metri da lui.
Ismaia dopo tanti anni non era ancora riuscito ad abbandonare l'abitudine di fare colazione in piedi sulla sedia, a poco erano serviti i dieci anni di prigione scontati per quello stesso motivo, a lui piaceva osservare il proprio caffe' dall'altro dei suoi due metri di statura. "Osservare un caffe' da una distanza normale non suscita interesse in nessuno, ma osservarlo da una distanza insolita regala una prospettiva nuova alla colazione". I Media avevano naturalmente approfittato di questa stravagante dichiarazione del Sultano, e le aziende produttrici di sedie da qualche anno avevano introdotto sul mercato la sedia per stare in piedi.Dopo colazione il Sultano Ismaia passava almeno un'ora del suo tempo regale a scrivere lettere per i propri sudditi, di solito la "S" o la "I", ma non serviva a nessuno come attività.
Una settimana dopo la colazione era passata già una settimana dalla colazione di una settimana prima, e questo non andava bene al Sultano. Aveva ingaggiato alcuni esperti di Tempo e Spazio per indagare sul problema. Quel giorno la riunione con gli Esperti di Tempo e Spazio era di sicuro l'appuntamento più importante, essi avevano comunicato di avere importanti novità, addirittura una svolta negli studi, il Sultano Ismaia ne era entusiasta e impaziente giocherellava con il mercurio dell'orologio a piombo in attesa di ricevere gli Esperti a palazzo. [..]

venerdì 4 ottobre 2013

Feel


Il Professore era ancora in silenzio. L'aula attendeva un suo gesto, anche minimo, per iniziare a convogliare la tensione in qualcosa di produttivo. Qualcuno impaziente, o forse vittima dei propri nervi, a mezza voce disse "Professore posso domandare cosa stiamo aspettando?". Segui' un altra fase di silenzio, imbarazzo e lieve paura...
"Grazie per aver chiesto, il mio sistema nervoso centrale non e' più come voi lo intendete, i collegamenti in quanto tali sono diventati di natura esclusivamente elettrica, ho avuto la cablatura intera dei canali per i  neuro trasmettitori in fibra di platino, ora le mie sensazioni sono del tutto scaricabili su supporto di memoria sotto forma numerica e cedibili ad altri individui. Il mio era un silenzio meditativo, penso all'etica della mia scoperta. Sono il primo essere vivente che può vantare la capacita' di cedere sensazioni ad altri individui , mi chiedo se questa nuova abilita sia da considerarsi contro le leggi fondamentali di Etica BioRobotica, scritte e approvate dal Consiglio ormai duecento anni fa."
L'aula si fece rumorosa, tanti piccoli bisbigli sommati crearono un fastidioso marasma che convinse il Professore a proseguire il proprio discorso immediatamente. "Se pensate alle dirette conseguenze di questa nuova tecnologia, potrebbero venirvi in mente alcuni curiosi utilizzi della stessa. Ragionate sul mercato delle sensazioni. Potreste acquistare direttamente con il vostro chip di credito oculare il pacchetto di sensazioni provate da un astronauta, o da un cantante famoso. Si potrebbero presentare infiniti sviluppi pratici e un mercato nuovo potrebbe nascere legato al valore e alla unicità delle sensazioni altrui. Qualcuno potrebbe pagare tanto per vivere un discorso del presidente in prima persona attraverso i nervi del presidente, e cosi via... Qui si apre il  grosso interrogativo .. le sensazioni sono qualcosa automaticamente legato al passato nel momento in cui le si vivono. Si potrebbe dire che una sensazione diventa un ricordo nello stesso momento in cui la si vive, per poi diventare parte di un bagaglio culturale ed emozionale che accompagna la vita. Mi chiedo allora, se di stimoli dei sensi parliamo, se dati numerici puri e semplici regalerebbero quelle sensazioni che muovono il mondo forse potrebbero sostituire le droghe? Potrebbero sostituire crimini quali la pedofilia criminale, lo stupro o le violenze sugli innocenti? Potrebbe forse nascere una branca della medicina dedicata a curare le persone affette da deviazioni pericolose, dando a quelle stesse persone le sensazioni di cui han bisogno senza danneggiare nessuno per vivere quelle sensazioni realmente? Vedo tante cose attorno alla mia scoperta, alcune ottime alcune maledettamente pericolose. Cosa potrebbe succedere poi se per produrre sensazioni sempre più estreme allora le persone iniziassero a compiere crimini sempre piu’ efferati con il solo scopo di registrarne il pacchetto emotivo e venderne il contenuto. Temo che qualcuno possa approfittarne per generare guadagni formidabili e danni irreversibili, mentre mia intenzione e' donare all'umanità il frutto del lavoro di una vita, una volta appurato che sia un passo avanti e non un salto indierto"... Da molti anni in quella facoltà di medicina robotica non si era sentito un applauso cosi vasto e rumoroso, sincero e colmo di ammirazione. Le parole del vecchio insegnante avevano davvero toccato il cuori degli studenti, la genialità della scoperta appena rivelata, unita alla implicazioni possibili, avevano dato argomenti di discussione per i prossimi mesi. Io nel mio angolo in ultima fila stavo cercando di estrarre il grosso incisore rupestre conficcato nella mia mano, erroneamente avevo impostato il quaderno su “pietra e materiali solidi ” e quel maledetto incisore era dannatamente appuntito.
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mercoledì 2 ottobre 2013

Xplo

Ci fu una prima esplosione, poi silenzio. La seconda segui' dopo poco. Schegge di cristallo color lana merinos finirono ovunque nella via, anche a grande distanza dal nocciolo. La scritta luminosa della Chiesa Neurale si era curiosamente salvata dalla catastrofe, tra fuochi e polvere, spiccava da lontano illuminando una circonferenza di raggio unico. I soccorsi non tardarono ad intervenire. La sirena della squadra degli Uragani dei Tigli si sommò al caos acustico che negli ultimi dieci minuti aveva mandato in allerta un'area ben più ampia di quel quartiere maledetto. Il grande Tiglio Argenteo fu circondato e messo a riparo prima di ogni altra cosa. Noi stavamo tutti vicini, cercando di dare soccorso a chi ne avesse più bisogno. Notai in mezzo alla folla un amplificatore operazionale, il caratteristico triangolo era intatto ma il terminale retro azionato era del tutto fuori uso. Decisi di portarlo a casa per ripararlo con calma in un secondo momento. Nello stesso luogo ove giaceva il dispositivo elettronico trovai anche alcune pattine da disegno e un grosso meneghello a orologeria. Passarono molti inverni e molte estati dopo quella famigerata sera, e ancora oggi mi chiedo cosa sia il meneghello, e come sia stato possibile che un oggetto senza definizione avesse un nome e un attributo meccanico periodico.