Il Sultano sedde. Il bicchiere a Led dominava il tavolo in legno di Tiglio
Argenteo con la scritta scintillante “Temperatura
corretta, bere ora”. Il Sultano Ismaia amava bere il te alla perfetta
temperatura, oppure incandescente. Nell’impossibilita’ di calcolare le corrette
condizioni di ogni ambiene per ogni varieta’ delle sue 693 mila di te verde, si
era dotato di bicchieri a Led riscaldanti ai carburi di Cadmio. Intento a
leggere l’etichetta della sua maglietta con uno specchietto, il Sultano non
pote’ fare a meno di notare suo figlio Esulo chino supino con le braccia conserte
attorno alle gambe, il pargolo stava tentando di forzare la serratura della Stanza
Segreta di cose del Sultano. “Esulo, non
fare cio’ che stai per fare” tuono’ il Sultano. “Padre Sultano, tu nascondi cose di cui tutti sognano la natura”
rispose Esulo con un filo di voce e un filo di ferro in mano. Il Sultano con
gli occhi pieni di lacrime di coccodrillo esclamò roboante “Esulo, aspettavo da tempo questo momento”. Ci fu denso imbarazzo,
poi Esulo prese coraggio “Padre Sultano,
io voglio sapere delle meraviglie che tu celi ivi nella segreta residenza”.
Il Sultano poso’ il grosso meneghello ad orologeria, fece accendere un
pietrone, sali’ e proclamo solennemente “Esulo,
ti guidero’ nelle stanze segrete, vedrai la mia collezione, unica nel suo
genere, ove udirai le disperate strida”.
Tutti sapevano che il Sultano Ismaia, pur di indole espansiva ed esotermica,
aveva lati oscuri, per la precisione aree oscure, quindi lati al quadrato. Il
palazzo del Sultano era talmente vasto da vantare due diversi fusi orari. Il
Sultano era il solo a poter accedere a tutte le stanze, ma in generale tutti
sognavano di poter vedere la “Stanza Segreta di cose del Sultano”. Nessuno
conosceva il contenuto di quella stanza, e chiunque negli anni passati avesse
consegnato qualcosa indirizzata a quella stanza era poi stato sciolto nel succo
di lime, processo molto lento e doloroso. Il Sultano teneva sempre con se un registro cartaceo su
cui annotava il contenuto della sua stanza, tutte le sere inceneriva quel
rmanoscritto ed ogni mattina passava qualche ora a riscrivere informazioni
sulla sua collezione nel suo prezioso registro.
Esulo, bimbo audace e curioso, osservava in silenzio il Padre Sultano.
Seguiva ogni sua mossa con “l’Osservatore portatile di Sultano” che si era
costruito. La vita regale fatta di luci suoni muschi e licheni dorati non
faceva per lui, la sua mente brillante non poteva sopportare i limiti dettati
dal “dettatore di limiti portatile” che si era costruito. Esulo era un bambino
prodigio, aveva imparato a comporre musica sacra a 2 anni, a 5 anni aveva
iniziato a lavorare nel reparto di Chirurgia di Adventure City ricoprendo il
ruolo di Cardioterapeuta del Polso, e a 7 anni aveva imparato a dividere per 0.
Con il passare degli anni i rigidi dettami di corte lo avevano trasformato in
un genio segreto e incompreso, ma il Padre Sultano Ismaia sapeva delle
potenzialita del suo pargolo e sapeva di doverlo elevare ad un piu’ alto grado
di considerazione.
Quell’anno, in occasione del Festival del Cambio degli Armadi, Esulo aveva
approfittato della confusione per tentare l’ingresso nella “Stanza segreta di
cose del Sultano”. La reazione del Sultano, tanto inaspettata quanto aspettata,
aveva infuso nuove speranze nel giovane Esulo.
Il Sultano quel giorno decise di indossare il suo completo coassiale, fece
chiamare Esulo dal Ministro della Comunicazione famigliare del Sultano e fisso’
l’appuntamento per la prima visita nella sua Stanza Segreta per quella sera.
Esulo, fini’ di scomporre un esadodecaedro cubico e accetto’ l’invito pieno di gioia.
Il Sultano recava in mano il prezioso registro e osservava in silenzio Esulo
che si avvicinava a lui, passo dopo passo. Le pareti a Led erano diventate
color scamarcio, belle e impossibili. “Seguimi
Esulo, tutti inizia da qui, io sono l’Alfa e il Romeo per te” . Il figlio
del Sultano, confuso dalla esclamazione del padre, giunto al suo cospetto disse
“Padre Sultano, parli strano, io non
capisco cosa dici, ma non puoi imparare a parlare normale?”. In quel
preciso momento le pareti a Led si fecero rosse, ci fu un suono sinistro poi
uno destro, il dispositivo di sicurezza avverti’ una delle piu’ gravi
infrazioni sociali, nessuno poteva rispondere male al Sultano. Un fascio di
plasmon ad altra pressione e temperatura colpi’ Esulo facendolo sublimare all’istante,
il Sultano non disse piu’ nulla, riprese in mano il suo specchietto e sedutosi
nella preziosa poltrona di pelle di pollo fatta da Apollo in persona riprese la
lettura dell’etichetta del suo vestito.
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