domenica 10 novembre 2013

Entropia

Aleffio, svogliato e prematuro, trattenne il respiro per cambiare colore, in quella mattina senza sole. I toni della sua carnagione chiara si fecero sempre piu' scuri in un gradiente cromatico che sfiorava blu verde e viola. Quasi morto per la mancanza di aria decise di tornare del suo colore originale e di alzarsi dal suo comodo e caldo letto.
La stanza era come l'aveva lasciata la sera prima di addormentarsi, gli alambicchi colorati sulla scrivania ora ribollivano e il triste acquario voto, che un tempo ospitava una invidiabile fauna ittica, ora giaceva inerte con tutti i pesci maleodoranti e decomposti. Aleffio aveva usato il proprio acquario per dimostrare il Secondo Principio della Termodinamica alla sua ex fidanzata."Vedi amore, nel mondo come lo conosciamo l'entropia domina gli eventi. Possiamo definire l'entropia come l'unita' di misura del disordine. quando c'e' entropia le cose non possono tornare indietro. Ora ti dimostro perche' la tua consueta frase - non sei piu' quello di una volta- non ha senso. Guarda il mio acquario, vedi che i pesci nuotano sereni e giocosi? Bene ora applichiamo questa fonte di calore disumana al fondo dell'acquario. Variamo la temperatura da T1 a T2, diciamo dai 25 gradi ai 150 gradi centigradi. Ora il nostro acquario e' una zuppa di pesce, vedi amore tutti i pesci morti?. Ora spengo la fonte di calore e inserisco un po di ghiaccio per abbassare la temperatura da T2 (150 gradi) a T1 (25 gradi), i pesci non nuotano piu', non posso riottenere lo stato iniziale, eppure ho variato solo un parametro (T) lunga la freccia del tempo. Capisci? Ho generato entropia, la reazione Acquario-Zuppa di Pesce e' irreversibile" Quella fu l'ultima cosa che Aleffio disse, lei sbotto', sbatte' la porta e sbuffando scappo' via sulla sua Bugatti. Da allora era iniziato un inferno domestico, ed egli aveva sempre con se un pacchetto di fazzoletti di carne e piangeva con la faccia sporca di sangue dei fazzoletti.
Quella mattina il sole era ancora coperto dalle nubi di inquinamento acustico, si sentiva sempre il trillio dei trilli dalla finestra di casa, ma non ci si faceva piu' caso, eppure in quel momento un silenzio quasi irreale echeggiava nel cupo germogliare della Primavera su Adventure City. 
Il droide preparo' la colazione con il solito rituale automatico, Aleffio odiava quell'affare, ma gli era stato regalato da Lei, come poteva disfarsene? La cucina, in penombra, era avvolta da un profumo di olio da camion, non avrebbe dovuto invitare la sera prima quel suo amico meccanico che adora parlare di motori, Aleffio aveva dovuto assistere in diretta a ben quattro disassemblaggi di vari motori a casa sua. "Vedi qualcuno, divertiti, invita amici a casa", era stato il consiglio della sua vecchia zia per combattere la solitudo. Sembrava che la vita si fosse fermata, senza di Lei tutto era privo di senso. Il cibo preparato dal droide era saporito, ma la programmazione del menu' dava ancora dei problemi. Da quando Aleffio aveva impostato la scelta delle pietanze possibili su "Estrema varietà'", stanco ormai di uova e pancetta tutti i giorni, il droide preparava i piatti piu strani nell'eseguire il programma "alimentazione", tuttavia "quaglia ripiena" e "panna impannata all'uovo di leopanda" non erano l'ideale per il cuore debole e sofferente di Aleffio. Consumo' il cibo in fretta, senza deglutire, e chiese al droide qualcosa da bere di "nuovo e fresco". Sul display del cuoco robot apparve un volatile giallo, con le spine, e in pochi secondi una caraffa di succo di anatras fu servita, dolce ma con troppe piume per essere piacevole.
La mattinata non prometteva bene, Aleffio indosso' la sua tuta, il casco e i guanti, prese una miniatura dello Storione Assassino, il sapone e la loncandina della Corrida di Corrado. Scese le scale veloce, attento a cadere, infatti scivolo' sul sapone, ma il casco attuti' la caduta. Prima di uscire prese dal vano di sicurezza, a destra della porta d'ingresso, la chiave magnetica del gigantesco robot che il suo lavoro gli permetteva di guidare, e dopo un lungo respiro si senti' pronto ad affrontare una nuova giornata. 
Il lavoro era forse l'unica cosa che dava ad Aleffio quella gioia mista a soddisfazione di cui aveva bisogno per non uccidersi. Si era fatto strada velocemente nel suo ramo, ed ora aveva un territorio tutto suo da gestire. Aleffio vendeva Obelischi porta a porta mediante un grosso robot dalle fattezze umane, mestiere con poca concorrenza e grandi profitti. La passione per gli obelischi era dilagata tra le famiglie medio borghesi, e gli affari andavano bene. Lui lavorava sodo e volentieri, incurante di ferie, vacanze, clismi, cataclismi, intemperie, intemperanze e situazioni sconvenienti. Una volta era perfino morto. Ma aveva avuto un'ottima sepoltura, e la sua assicurazione copriva il decesso, dando una possibilità di resurrezione all'anno. 
Dopo aver percorso il viale del giardino, tra muschi e licheni, giunse di fronte al grosso uomo metallico, alto quaranta metri. Sali' la ripida e tortuosa scaletta, e, come ogni giorno, gradino dopo gradino si domandava il motivo del design a elicoide tripla. Giunto al portello del robot, passo' la chiave magnetica e un rumore metallico, proveniente dall'interno dell'abitacolo, confermo' l'apertura della serratura. Seduto al comando del suo amicone metallico, Aleffio si sentiva un'altra persona. Premette il bottone rosso di accensione, seguendo con attenzione la sequenza di inizializzazione del computer di bordo. Il robot emise un fragoroso profumo di fragola, si chino' per raccogliere l'immensa valigia piena di obelischi, e come un elegante commesso viaggiatore, accese i propulsori e decollo', lasciando la triste casetta alle spalle. 
[..]

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